Loading

Massimo Golfieri nasce a Faenza nel 1953, allievo dei pittori Vincenzo Satta e Pompilio Mandelli si è diplomato all’accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi in fotografia pittorialista.
A partire dagli anni ’80 ha esposto le proprie fotografie in numerose città italiane e in circuiti indipendenti del nord Europa come il Trans Europa Halles.
Ha realizzato reportage dilatati nel tempo, in bianco e nero analogico spesso colorati a mano su stampe fine art che documentano viaggi e incontri avvenuti in vari paesi del Mediterraneo, della Francia, del Medio Oriente, degli Stati Uniti e dell’India.
Documentatore di eventi sociali e artistici, come la ricerca esterni in interno sulle strutture di controllo realizzata negli ospedali psichiatrici di Imola portata avanti per oltre 10 anni nei reparti ancora abitati. senza mai fotografare i ricoverati.
Altri lavori sono Cose Turche reportage sulle frontiere di Turchia, Armenia, Kurdistan, Iran, Iraq realizzato nel 1983 in grande formato colorato a mano, Brandeburger Tör sul giorno della riapertura del muro di Berlino realizzato con stampe analogiche in bianco e nero colorate a mano, Sacrario ai caduti di tutte le feste, Ritratti di pecore in posa colorati a mano, Transiti, una riflessione che mostra le forme e le superfici straordinarie che si creano durante il processo di decomposizione di frutta e di verdura.
Alle volte abbina le proprie immagini alla scrittura, a testi e poesie di autori e poeti con cui collabora anche per pubblicazioni editoriali. Con l’elaborazione digitale delle fotografie esplora da anni le frontiere dell’illustrazione, con frequenti incursioni nell’applicazione grafica.
Dal 1991 è curatore dell’immagine di Angelica Festival internazionale di Musica e del Centro di ricerca Musicale Teatro San Leonardo a Bologna.
Vive e lavora a Imola.

autoritratto del fotografo Massimo Golfieri per Studio Cenacchi