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Giorgio Zucchini è nato nel 1939 a Bologna, dove lavora e risiede.

Esordisce nel 1972 prendendo parte alla collettiva “Prospettive 5” a Roma e allestendo la prima mostra personale alla Galleria Duemila di Bologna, dove esporrà anche due anni più tardi. Tra le personali di rilievo si ricordano le mostre tenutesi nel 1974 alla Galleria San Fedele di Milano, nel 1976 alla Galleria Pellegrino di Bologna, nel 1984 alla Mostra d’Arte Annunciata di Milano, nel 1986 a Bologna alla Galleria Studio G7 e alla Galleria Spazia.

Dall’inizio della sua carriera a tutt’oggi ha partecipato a prestigiose collettive in Italia e all’estero, tra le quali ricordiamo le storiche mostre “Anniottanta” , “I Nuovi-Nuovi”, a cura di Renato Barilli, in seguito riproposta nel 2009, a Torino: “Siamo sempre i Nuovi nuovi”. Nel 1980 è alla Holly Solomon Gallery di New York (“Italian Wave”, a cura di Francesca Alinovi) assieme a Benuzzi, Jori, Salvo, Ontani e altri e, nello stesso anno, è al Museo di Graz in “Eine Distensive Szene”. Nel 1984 è la volta dell’esposizione tematica “Una generazione postmoderna. Iconici, aniconici, immagine elettronica”, presso i Civici Musei di Reggio Emilia, a cura di Renato Barilli e Roberto Daolio e, nel 1995, ancora i “I Nuovi-Nuovi” alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Nel 2012 Zucchini è presente in “Un’altra storia. Arte italiana 1980-1990” al MAU di Torino. Sono del 2013, “Art Cards: past and future”, Artforum, Bologna, “Without red stamp”, H2O Art Space, Bologna. Nel 2015 è presente con numerose opere in un’esposizione molto amata dall’artista: “Angelo Venturoli. Tra l’opera, il Collegio e la sua eredità: i borsisti tra il 1930 e il 1980”, Bologna e Crespellano di Valsamoggia.

Nello stesso anno è alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Viadana, in “Pittura Museo Città” a cura di S. Malossini e P. Conti. Infine, nel 2016, partecipa al “Secondo salone della pittura bolognese dal 1946 ai giorni nostri”, Galleria Fondantico di Bologna, e alla recentissima “Bologna dopo Morandi”, Palazzo Fava, Bologna, a cura di R. Barilli.