Mercoledì 24 maggio 2023 dalle ore 18,00 alle 21,00 inaugura negli gli spazi della Galleria Studio Cenacchi, in Via Santo Stefano 63 a Bologna Si vis pacem, mostra personale di Carlo Bonfà (18 maggio – 15 giugno).
L’esposizione dell’artista mantovano intende essere, a meno di un anno dalla sua scomparsa, una piccola testimonianza sul suo fare arte, incentrata su un definito ciclo di opere.
Il titolo scelto richiama la locuzione latina Si vis pacem para bellum di Publio Vegezio Renato. I lavori presentati infatti, sono in gran parte legati al tema della guerra. L’ironia dell’autore, attraverso serie di opere intitolate Mine antiuomo, Carri armati, Combattenti, denuncia la mancanza di senso di ogni guerra, ideando non strumenti di morte ma “giochi” per ribaltare il significato stesso dei titoli delle sue opere.
Scrive Sandro Orlandi Stagl (ARTantide Gallery) in un testo di alcuni anni fa:
Carlo Bonfà affronta il tema della guerra creando degli oggetti con forme e sembianze belliche, destinate non ad offendere né tanto meno ad educare all’esercizio dell’arte militare. Le sue strategie sono rivolte a migliorare prima di tutto il rapporto con noi stessi e poi la realtà che ci circonda, facendoci riflettere su quanto nocive ed assurde possono essere determinate teorie inventate per risolvere qualsiasi tipo di conflitto. […] Le armi-giocattolo di Carlo Bonfà, negate nella loro funzionalità, non hanno nulla della simbologia dadaista o della carica futurista, sono invece una sorta di simulacro, che per la sua forma accattivante e per la sua vivacità cromatica tende ad attirare lo spettatore, ingannandolo sull’effettiva pericolosità della funzione che raffigura. La piacevolezza dell’arma-giocattolo fa sì che essa sia privata di ogni aggressività e che perda la connotazione di oggetto destinato a far male. Egli riesce ad esprimere la bellezza là dove c’è orrore.
Presentiamo questa esposizione in un momento storico nel quale, oltre alle guerre a noi più vicine (Ucraina, Armenia), stati sonnambuli giocano con il fuoco di ricatti reciproci, ballando sull’orlo di un conflitto terribile. Per questo motivo, oltre a quello prettamente artistico, riteniamo questa mostra importante. Anzi: necessaria.