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DANIELE CABRI
CAVE CANEM

In occasione di Artefiera 2022, il 13 maggio alle ore 19,00 apre presso lo Studio Legale Iusgate, in Via Castiglione 81 a Bologna, la mostra di Daniele Cabri Cave canem , organizzata da Studio Cenacchi Arte Contemporanea e che si avvale del testo critico di Maria Chiara Wang.

La seconda personale organizzata dalla galleria d’arte Studio Cenacchi di Bologna dell’artista modenese Daniele Cabri, come la precedente, parla al pubblico attraverso opere in pelle animale lavorata con fiamma ossidrica e pirografo. L’artista, eclettico, fin da giovane esprimeva il suo fare artistico con pittura, scultura, video, performance. Negli ultimi anni ha sentito l’esigenza di fissare le sue ricerche artistiche su un supporto “ultimo”, “finale”, la pelle appunto. Cabri, sia che ci parli della memoria degli abitanti di una piccola frazione appenninica (mostra Ad lunam, 2021), sia che tragga spunto dal rapporto uomo – donna e dal rapporto dell’umanità tutta con la tecnologia (mostra Cave canem), ci invita a riavvicinarci, specialmente in un momento storico così complesso, a ciò che è più denso e profondo in ognuno, a temi che ogni forma d’arte ha sempre affrontato.

Scrive Maria Chiara Wang nel testo critico:

La personale di Daniele Cabri trova il suo fulcro nell’installazione Saturno che divora i propri figli. Tale opera rappresenta un doppio tributo alla storia dell’arte: il titolo è la citazione dell’omonimo dipinto di Francesco Goya (1820-1823), mentre i volti incappucciati delle due figure sono un esplicito rimando a ‘Gli Amanti’ di René Magritte (1928).

Le figure ritratte con la fiamma ossidrica e il pirografo su due pelli animali collegate da corde e fili elettrici, se da un lato rimandano all’abbruttimento della società attuale che vive di impulsi bestiali, dall’altro ritraggono la condizione dell’amore contemporaneo: un rapporto senza comunicazione, poiché privato della visione e del contatto, caratterizzato da un godimento cinico e individualistico. Ne risulta il ritratto di una umanità fatta di corpi nudi esposti, soggetta ad un piacere pornografico e narcisistico che con la sua immediatezza, contingenza e trasparenza sigilla la fine del rituale della seduzione, caratterizzato – al contrario – dalla durata, dall’indugio e dagli svelamenti progressivi.

Sono corpi pulsionali che si scambiano informazioni e dati mediante un dispositivo elettronico. Lo smartphone posto al centro degli amanti diventa, quindi, un ‘nonluogo’, ovvero quello spazio – così come definito da Marc Augé – adibito alla circolazione, al consumo e alla comunicazione, che a differenza dei luoghi antropologici non è né identitario, né relazionale, né storico. La comunicazione digitale secondo il filosofo coreano Byung-Chul Han è una comunicazione decorporeizzata ed estensiva, che non produce relazioni ma solo connessioni, una comunicazione che, guidata da pulsioni momentanee, ne garantisce l’immediato sfogo. […]

Possiamo concludere affermando che la ricerca di Daniele Cabri è una ricerca di stampo antropoetnologico e che la sua arte riflette, esprime e reagisce a quella stessa contemporaneità del cui studio è il frutto.

Scarica il TESTO CRITICO

INFO BREVI

Daniele Cabri
Cave canem
a cura di Maria Chiara Wang e Jacopo Cenacchi
13 > 26 maggio 2022
testo critico di Maria Chiara Wang

per appuntamenti dal 16 al 26 maggio:
Studio Legale Iusgate
Via Castiglione 81 Bologna

051 5884989
antonio.zama@iusgate.com

051 265517  
galleria@studiocenacchi.com