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Sogni

mostra collettiva

PIANO TERRA

Stampa Digitale di Elena Franco

Elena Franco | Imago Pietatis, Serie 1, LOVE
4 poster su carta Fedrigoni,
cm 40 x 60 cad.,
edizione di 7 oltre a 1 PDA, stampa digitale, 2019
Euro 2.000

SOGNO COMPASSIONEVOLE

L’opera LOVE dell’architetto e fotografa piemontese Elena Franco (1973) fa parte di una ricerca dal titolo IMAGO PIETATIS sull’Archivio Storico del Monte di pietà di Bologna, che conserva oltre un centinaio di grandi volumi contabili con la raffigurazione della pietà dipinta sul taglio superiore di ogni tomo.
L’oggetto di questo lavoro, l’Imago Pietatis, ci rimanda esplicitamente al tema della solidarietà e ai rapporti tra esseri umani in ogni epoca. Il lavoro dell’artista ne reinterpreta l’immagine creandone di nuove e offrendoci una rilettura originale e contemporanea degli antichi volumi.
LOVE ha vinto il premio New Post Photography 2020 ed è stata esposta al MIA (Milan Image Art Fair 2021) e al MESIAC FOTOGRAFIE di Bratislava, 2021.
Scopri le altre opere della serie IMAGO PIETATIS di Elena Franco qui: LINK

PIANO PRIMO

Morena Pedrini | Licis
rilievo su carta industriale,
lato A foglia d’argento, lato B graffite e cera;
cm 39 x 38, 2008-2014
Euro 1.200

SOGNI DI LUCE

Tutto il lavoro di Morena Pedrini trova ispirazione nelle molteplici forme del mondo minerale e vegetale. Le sue carte operate, trapuntate da costellazioni di minuscoli fori e solcate da talvolta impercettibili rilievi, appaiono sempre diverse grazie al mutevole rapporto tra materialità e trasparenza, tra progetto creativo e casualità. Infine la luce, fondamentale protagonista delle installazioni di Morena Pedrini. Dal magico incontro di una pagina con un raggio luminoso nasce e si rivela la ricchezza, la misteriosa bellezza di Licis e delle altre sue opere.

Tempera su tela di Giorgio Zucchini

Giorgio Zucchini | L’acqua in minute gocciole cade su foglie d’argilla
tempera su tela,
cm 50 x 30, 2018
Euro 3.000

TEMPERA SOGNANTE

In mostra un’opera tra le più recenti (2018) del grande pittore bolognese Giorgio Zucchini (1939), recentemente omaggiato da una grande retrospettiva nella sede della regione dal titolo “I miei occhi ardevano”.  Zucchini ha partecipato a prestigiose collettive in Italia e all’estero, tra le quali ricordiamo le storiche mostre “Anniottanta” e “I Nuovi-Nuovi”, a cura di Renato Barilli. L’artista ha sempre prediletto lavorare su tele anche di grandi dimensioni, o in formati “antichi” come l’ovale, o molto piccoli, esclusivamente a tempera, tecnica che gli permette di lavorare rapidamente estraendo luce dal colore.

Guido Piacentini | Paesaggio negato
stampa digitale fine art, tiratura di 3
cm 22 x 31, 2021
Euro 600

SOGNO NASCOSTO

Il noto fotografo bolognese Guido Piacentini (1934), che ha alle spalle numerose importanti mostre e diversi volumi pubblicati -il più conosciuto dei quali riguarda la parte monumentale della Certosa di Bologna-, espone una fotografia in b/n dall’eloquente titolo Paesaggio negato. Si potrebbero qui trovare riferimenti a grandi della fotografia come André Kertész o Josef Sudek ma il tono della fotografia di Piacentini ci sembra avere una personalità ben distinta.  “Quando fotografo mi sento in piccolissima parte responsabile della bellezza dell’universo” scrive Piacentini in uno dei suoi esili ma potenti libri. Le sue foto e i suoi pensieri, per chi ha la fortuna di conoscerli, contribuiscono in effetti alla bellezza del nostro piccolo mondo.

Elena Latini | Pallaksch
grafite e pastello su carta,
cm 21 x 15 disegno, 2018
Euro 420

CELAN SOGNA HÖLDERLIN 

Elena Latini spiega così l’opera esposta: Ho realizzato questo disegno nel 2018. Ho indugiato a lungo prima di trovare il titolo che sentivo più giusto per questo lavoro finché durante il lockdown, mentre stavo rileggendo alcune poesie di Paul Celan, mi sono soffermata in particolare su Tubinga, Gennaio, la poesia che Celan dedica a Hölderlin. Quella parola, Pallaksch, ripetuta due volte in fondo alla poesia di Celan mi piaceva soprattutto per il suo suono e mi affascinava anche per la sua storia. Pallaksch è una parola senza senso che secondo il primo biografo di Hölderlin il poeta declamava per dire indifferentemente sì o no. […]

PIANO INTERRATO

Fotografia di Diego Macrì: Artefiera

Diego Macrì | ArteFiera 2013
stampa digitale fine art, tiratura di 5
cm 49 x 69, 2013
Euro 600

SOGNANDO ARTEFIERA 2022

La fotografia esposta di Diego Macrì, autore che con le sue opere ci parla da lustri dei nostri meccanismi percettivi e del nostro immaginario, raffigura un’edizione passate di Artefiera, la fiera d’arte bolognese recentemente rinviata causa covid al prossimo maggio. Tutto il lavoro di Macrì, è caratterizzato da immagini di immagini, immagini che si ripetono nell’eco di superfici specchianti e sovrapposizioni, a volte con improvvisi e suggestivi sfondamenti prospettici, in un accumulo informativo faticoso a decifrarsi, che solo qualche decina di anni fa avremmo considerato incomprensibile; e che oggi ci appare più che familiare, perché diventato conforme al modo di vedere dei media della comunicazione.
Scopri altre opere di Macrì qui: LINK

Cuoio inciso di Daniele Cabri

Daniele Cabri | Quando eravamo amabili selvaggi secondo Jusfin
cuoio inciso a fuoco e carteggiato,
cm 123 x 73, 2017
Euro 1.600

SOGNI TRA RICORDO FAMILIARE E DELIRIO PRIMORDIALE

L’opera esposta dell’artista modenese Daniele Cabri, fa parte di un ciclo chiamato Quando eravamo amabili selvaggi. Si tratta di un lavoro durato anni e composto da oltre una settantina di opere incise a fuoco su pelle animale e dedicate alla memoria del paese natio dei suoi genitori: Guiglia (MO). Cabri ha ritratto in queste pelli lavorate con pirografo e fiamma ossidrica tutti gli abitanti di una piccola frazione di Guiglia, gli animali domestici, quelli selvatici, gli oggetti della vita quotidiana. Il supporto scelto è decisivo per la sua poetica: Il segno lasciato sulle pelli rappresenta come un tatuaggio sulla propria stessa pelle, un modo per trattenere su di sé tutta la memoria di questo piccolo borgo, di chi lo abita e di chi lo ha abitato.
Altre opere di Daniele Cabri sono visionabili qui: LINK

carbone e pastello su tela di Augusto Gadea

Augusto Gadea | Mare scuro
acrilico, carbone e pastello su tela,
cm 86 x 162, 2019
Euro 2.200

SOGNI CHE TORNANO POLVERE

Tutta l’opera di Augusto Gadea, senza dubbio uno tra i più originali pittori emergenti contemporanei, origina dal suo costante interrogarsi sulla storia del paesaggio attraverso la pittura, e sull’utilizzo di materiali naturali oggi, per rappresentarlo. Il suo lavoro infatti è tenacemente materico; utilizza carboncino, pastelli, argilla, terra, sabbia.
Mare scuro, la grande tela esposta, è il più rappresentativo dei suoi lavori dedicati all’Oceano Atlantico, che separa il suo paese, L’Uruguay, dall’Italia. Nella sua opera il paesaggio si fa natura, entra nel mistero della vita e dell’esistenza attraverso i meandri del sentire e del contemplare.
Altre opere di Augusto Gadea sono visionabili qui: LINK

Tecnica mista su tela di Fiorenza Puggioni

Fiorenza Puggioni | Lanzarote
tecnica mista su tela,
cm 100 x 100, 2004
Euro 1.800

SOGNO DI LANZAROTE

Le opere di Fiorenza Puggioni Giori ci parlano dei luoghi della sua vita. Luoghi fisici dove ha vissuto o che ha visitato, e luoghi dell’anima. La grande tele dedicata a Lanzarote, luogo in cui ha soggiornato per anni, fa parte con altre opere di minor formate di opere dedicate al concetto di memoria. Quella memoria, come scrive Josè Saramago nei Quaderni di Lanzarote “è una statua di argilla. Il vento passa e, a poco a poco, le porta via particelle, granelli, cristalli. […] Minuto dopo minuto, quello che era non è più e della statua non resterebbe altro che una sagoma informe, se pure un minuto dopo l’altro non continuassimo a restaurare, a memoria, la memoria”

Stampa di Luigi Vigliotti

Luigi Vigliotti | Color waves
immagine analogica da tripla esposizione con gelatine Wratten, stampa su carta Luster.
cm 48 x 68, 1994-2022
Euro 800

SOGNI CROMATICI

La fotografia di Luigi Vigliotti , tratta dal portfolio The Color After, non è un artificio grafico realizzato con il computer. E’ uno scatto analogico realizzato mediante tre scatti sullo stesso fotogramma utilizzando tre filtri (Gelatine Wratten – Blu, Rosso e Verde) la cui combinazione include l’intero spettro cromatico della luce. Solo se qualcosa si muove cambia colore. In questo caso le onde dell’oceano.
L’immagine è stata scattata nel 1994 in Nuova Zelanda e la combinazione cromatica dei diversi colori ci permette di apprezzare il “moto” e le interferenze delle onde marine, un effetto che non potremmo rilevare con lo sguardo.
Altre opere di Luigi Vigliotti sono visionabili qui: LINK

Polaroid di Marco Rigamonti: Paesaggio marino

Marco Rigamonti | Paesaggi acidi
stampa fine art giclée ai pigmenti su Hahnemuhle Photo Canvas 320
da polaroid 669 type, tiratura di 5 oltre 2 pda
cm 100 x 130, 2003
Euro 1.200

SOGNI VELATI

Con la serie Paesaggi acidi, della quale fa parte la stampa fine art esposta, Marco Rigamonti dimostra che la fotografia non è solo il momento dello scatto. Essa può trasformarsi in un percorso nel passato e nella fotografia. Rigamonti scava nel proprio archivio di fotografie compiendo, senza uscire dallo studio, una sorta di viaggio tra classificatori e contenitori. Estrae alcune serie di diapositive scattate all’epoca dell’analogico, le duplica, sempre su Polaroid, e le lascia a macerare 24 ore nell’aceto balsamico fino a ottenere immagini sfumate e morbide, oppure scavate da misteriose corrosioni. Il mare diventa allora una distesa dell’interiorità e l’orizzonte l’essenza della lontananza, il punto dove il vedere si incontra con il non-vedere, la linea dove il visibile tocca l’invisibile.
Scopri altre opere di Rigamonti qui: LINK

Acrilico su tela di Maurizio Tangerini, paesaggio su tela

Maurizio Tangerini | Paese, case di periferia
tecnica mista su tela,
cm 70 x 50, 2021
Euro 1.200

SOGNO EMILIANO

L’opera presente in mostra di Maurizio Tangerini segna un’ulteriore capitolo nella carriera di un pittore, bolognese adottivo e conosciutissimo. Un artista, che padroneggia perfettamente la pittura a olio, come l’acquerello, come l’acrilico e le tecniche miste. Chi ne ha seguito il percorso artistico ha potuto apprezzare le sue grandi vedute cittadine, di città storiche come Bologna, e di metropoli contemporanee. Lo abbiamo poi visto e apprezzate nei piccoli e delicati acquerelli della mostra “Momenti dilatati” (2020), dedicati alla natura in un periodo, quello del lockdown, di difficile “traduzione artistica”. Oggi Tangerini è giunto, con lo scarnificarsi del suo sego pittorico, ad una essenzialità inedita nelle poche linee che descrivono il paesaggio di Paese, case di periferia.
Scoprite tutte le opere di Maurizio Tangerini qui: LINK

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