CORPI IN TRANSITO
a cura di Luca Panaro
Installazioni video
Andrea De Angelis
Sofia Gala Finotto
Mika Sollecito
Performance interattiva
Andrea Boschini
Silvia Campostrini
Chiara Vitofrancesco
Un progetto di
Linguaggi del Cinema e dell’audiovisivo
Accademia di Belle Arti Bologna
Al piano superiore della galleria è possibile apprezzare tre installazioni video che vedono al centro il corpo, mediato e conservato dal supporto fotografico, corpi messi alla prova dal punto di vista fisico e al contempo specchio di processi mentali.
L’opera video di Andrea De Angelis, intitolata “Scan burn with me”, mostra una serie di fotografie analogiche in sequenza, manipolate dall’artista graffiando, tagliando e bruciando i singoli frame fino alla distruzione del negativo. L’autore riflettere sulla memoria e sul supporto fisico che la conserva, il video è installato in modo da entrare in dialogo con alcuni dipinti murari che caratterizzano lo spazio espositivo.
Sofia Gala Finotto, in “Tentativo di Capriola”, performa davanti all’obiettivo mettendosi alla prova in un esercizio che non le è mai riuscito, provocandole fin da bambina un senso di frustrazione e panico. Nel video la giovane artista tenta svariate volte di eseguire una capriola completa, davanti a un pubblico giudicante, che non vediamo ma di cui percepiamo le voci fuori campo. L’opera enfatizza ogni azione dell’autrice, le sue espressioni di ansia, gli istanti di riluttanza.
Il protagonista del video “Prasopagnosia” di Mika Sollecito, si presenta inerme sulla sedia di un barbiere, l’azione si svolge in uno spazio asettico caratterizzato solo da pochi elementi dove si distingue un giradischi in funzione. La narrazione si evolve gradualmente e in modo distopico fino a mostrare il protagonista privo di qualunque accessorio, solo davanti a uno specchio, anche l’iniziale figura del barbiere scompare, non era altro che il suo alter ego.
Al piano inferiore della galleria è possibile fruire della performance interattiva di Andrea Boschini, Silvia Campostrinie Chiara Vitofrancesco, intitolata “Transito”. Il concept dell’installazione parte dall’idea di “dream”, come desiderio generativo e con l’intento di costruire un evento-contenitore al cui interno ciascuno dei performer si impegna ad apportare un diverso contenuto. L’opera video è disegnata sulle pareti dello spazio espositivo al cui interno sono posizionate delle webcam, con lo scopo di riprendere i visitatori in tempo reale che in questo modo possono interagire direttamente con le proiezioni e riconoscere i propri corpi come generatori di interferenze. Le immagini proiettate consistono in clip video di spazi liminali, luoghi di transito e connessione che generano un senso di inquietudine e nostalgia.