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AUGUSTO GADEA
I LUOGHI DELLA POLVERE

“I luoghi della polvere”, di Augusto Gadea, uno tra i più originali pittori emergenti contemporanei, originano dal suo costante interrogarsi sulla storia del paesaggio attraverso la pittura e sull’utilizzo della terra, oggi, per rappresentarlo. Il suo lavoro invero è tenacemente materico; utilizza carboncino, pastelli, argilla, terra, sabbia.
I territori rurali dell’Uruguay ed emiliano. Questi i soggetti dell’esposizione, che connettendoli, fa risuonare i paesaggi dei due paesi, quasi a fondersi, uniti dalla rappresentazione della natura, lirica e insieme vibrante, dell’autore.

“Tutta la terra in sostanza può essere guardata  secondo due paradigmi: l’ordine come il disordine delle forme, l’armonia come la disarmonia. Paradiso e apocalisse sono qui, attorno a noi: splendide campagne o scempi delle guerre e dell’attività irresponsabile dell’uomo.

Osserviamo l’immensa scultura e architettura del mondo e il suo sconvolgimento; ne traiamo comunque piacere nella rappresentazione, perché lo spirito catartico che la caratterizza ci solleva dalla miserevole condizione del dolore. Tra i due poli constatiamo l’esistenza di una gamma di varie bellezze che vanno da un estremo all’altro.

I quattro elementi naturali -l’acqua, la terra, l’aria, il fuoco- sono  pronti a generare terrore o sublimità per cui tutte le forze appaiono sempre in un equilibrio precario e instabile. In tale verità dell’inquietudine si pone l’elogio della terra di Augusto Gadea. […]

Il paesaggio si fa natura, entra nel mistero della vita e dell’esistenza attraverso i meandri del sentire e del contemplare muovendo, e lo percepiamo chiaramente, a causa dei materiali usati dall’artista, da un retroterra di tipo affettivo. I paesaggi di terra sono come una teologia tormentata o una morfologia celeste.

La terra entro la quale le crete sconvolte di Gadea vivono, è nel mito, tempio degli uomini, per una trasposizione simbolica e architettonica. Essa è sacra per fertilità, splendore di cose, vivente divinità. E’ quella che i Greci chiamavano Gaia; e rinvia all’origine, alla terra argillosa; in tanti racconti della creazione è la materia con cui viene plasmato l’uomo.”

dal testo critico di Raffaele Milani

 

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Opere disponibili

INFO BREVI

Augusto Gadea
I luoghi della polvere
a cura di Jacopo Cenacchi
testo critico di Raffaele Milani
3 ottobre > 26 ottobre 2019
051 265517  
galleria@studiocenacchi.com