MARCO RIGAMONTI
SOLO FIORI
Sospese tra apparizione e scomparsa, tra salvazione e dissoluzione appaiono anche le immagini della nuova serie Solo fiori, dedicata ai piccoli mazzi floreali abbandonati nei cassonetti dei cimiteri. Fiori non più raffigurati tra fioritura e appassimento, tra rigoglio cromatico e disfacimento, come venivano rappresentati dai pittori di vanitas del Seicento, protesi a ricordare la mortalità dell’uomo, ma anche la desiderabilità e la fragilità della bellezza. Invece, nelle immagini di Rigamonti troviamo solo fiori appassiti, solo petali e corolle gettate via; eppure, anche se ormai residuali, pur sempre segni di un gesto d’affetto che unisce i viventi e gli scomparsi. Essi non sono tanto metafore della nascita e della morte, ma ricordi tenaci ancora vivi, ancora tra i vivi. Ricordi salvati da Rigamonti e mostrati quasi così come sono stati trovati, senza fughe nell’allegorico o nel pittoresco. E proprio per questo belli, malinconici, traversati da una pensosità vibrante.